Letture Milanesi: Summer edition. I nostri consigli.
Sono forse l’unica a credere che l’estate abbia una marcia in più? Per il sole, le vacanze, il mare, la frutta migliore dell’anno, il caldo (sì, anche il caldo!), ma anche per quanto riguarda la lettura. Leggere d’estate significa non avere pressioni, gli scenari, assaporare le storie in maniera diversa, quasi come se i libri stessi avessero una loro stagionalità.
L’antica arte dell’otium letterario in questo periodo si reincarna nella lettura che trova riparo in un angolo ombreggiato, su un lettino da spiaggia, a bordo piscina o tra il fresco degli alberi - o semplicemente in un salotto con l’aria condizionata – e diventa così più scorrevole e ingorda.
Da questa riflessione abbiamo pensato di chiedere al nostro team qualche consiglio di lettura in caso vi trovaste un po’ a corto di idee.
Pesca estiva in Lapponia di Juhani Karila
Come ogni estate, la giovane ricercatrice Elina Ylijaako fa ritorno nella sua terra d’origine, la Lapponia orientale: una terra selvaggia e misteriosa, costellata di paludi e laghi, dove le creature leggendarie sono molto più numerose degli umani. Elina è silenziosa e solitaria, vive più che altro di ricordi e cerca di evitare le attenzioni dei compaesani. Deve pescare un luccio entro il 18 giugno, ma non un luccio qualunque: sempre lo stesso luccio, nello stesso stagno. Quest’anno, però, il pesce non abbocca e il tritone Näkki, dio delle acque capace di far innamorare perdutamente chiunque lo guardi negli occhi, è deciso a ostacolare Elina. Come se non bastasse, giunge in paese la detective Janatuinen, che sta indagando proprio sul suo conto. Inizialmente spaventata da questa terra che sembra governata da leggi proprie, la poliziotta comincia a parlare con la gente del villaggio e scopre che la famiglia Ylijaako non gode affatto di una buona reputazione… Riuscirà Elina a catturare il luccio e a neutralizzare la maledizione che grava su di lei? Riuscirà la detective Janatuinen a tornare alla civiltà sana e salva? E perché la Lapponia in estate è così strana?

Lettere tra due mari di Siri Ranva Hjelm Jacobsen
Dall’autrice di Isola, un racconto epistolare che rifonda il mito della grande madre per arricchire di poesia e femminile intimità il discorso contemporaneo sull’ambiente e sul suo futuro.
In principio il nostro pianeta era ricoperto da un’unica, felice distesa d’acqua, ma poi eruppe la terra, che squarciò la coltre primigenia separandola nelle tante sorelle chiamate oggi «mari» o «oceani» da noi umani, noi «creature». Da allora quelle sorelle, divise dalla terra ma anche dalla sensibilità e dal carattere di ciascuna, cospirano e mandano avanti un piano ingegnoso per sommergere tutto e tornare all’unità perduta. In una narrazione epistolare che ha la poesia e la tenerezza dell’intimità, Siri Ranva Hjelm Jacobsen rifonda il mito della grande madre e dà voce alle nostre acque, protagoniste dei cambiamenti climatici in corso sulla Terra, per raccontare la nascita e il declino dell’umanità.

Chi dice e chi tace di Chiara Valerio
Scauri, affacciato sul Tirreno, è l’ultimo paese del Lazio, un posto né bello né brutto, con una sua grazia scomposta. Qui negli anni Settanta si trasferisce Vittoria, è arrivata assieme a Mara, forse l’ha adottata, forse l’ha rapita, si dicono tante cose. Vittoria, con la sua risata che comincia bassa e finisce acuta, è una donna distaccata e affabile, accogliente ed evasiva; ha comprato una casa nella quale tutti possono entrare e uscire, ha aperto una pensione per animali quando in paese i veterinari si preoccupano solo di mucche e conigli. Vittoria non ha mai litigato con nessuno, non ha mai cambiato taglio di capelli. La sua generosità è inesauribile, alcune sue abitudini sono diventate moda comune. Il paese non la capisce, eppure si sente attratto da lei.
Vittoria viene ritrovata morta nella vasca da bagno, uno stupido incidente, una fine improbabile. Il paese accetta, perché sa capire le disgrazie e tace, Lea Russo invece no. Lea, che fa l’avvocato, ha un marito, due figlie e una vita ricca di impegni, è sempre stata affascinata da Vittoria. Non vuole accontentarsi di ciò che ha avuto sempre davanti agli occhi. Vuole capire come è morta Vittoria, e chi era davvero. Ciò che emerge della donna, del suo passato insospettabile, spinge Lea Russo lungo un sentiero su cui è difficile avanzare, e dal quale è impossibile tornare indietro. Qui scopre l’evanescenza dell’identità, la sua e quella di tutti. Qui scopre, senza riuscire a contarle, quante sono le facce della violenza.

L'anniversario di Andrea Bajani
Si possono abbandonare il proprio padre e la propria madre? Si può sbattere la porta, scendere le scale e decidere che non li si vedrà più? Mettere in discussione l’origine, sfuggire alla sua stretta? Dopo dieci anni sottratti al logoramento di una violenza sottile e pervasiva tra le mura di casa, finalmente un figlio può voltarsi e narrare la sua disgraziata famiglia e il tabù di questa censura “con la forza brutale del romanzo”. E celebrare così un lacerante anniversario: senza accusare e senza salvare, con una voce “scandalosamente calma”, come scrive Emmanuel Carrère a rimarcarne la potenza implacabile. Il racconto che ne deriva è il ritratto struggente e lucidissimo di una donna a perdere, che ha rinunciato a tutto pur di essere qualcosa agli occhi del marito, mentre lui tiene lei e i figli dentro un regime in cui possesso e richiesta d’amore sono i lacci di un unico nodo. L’isolamento stagno a cui li costringe viene infranto a tratti dagli squilli di un apparecchio telefonico mal tollerato, da qualche sporadico compagno di scuola, da un’amica della madre che viene presto bandita. In questo microcosmo concentrazionario, a poco a poco si innesta nel figlio, e nei lettori, un desiderio insopprimibile di rinascita – essere sé stessi, vivere la propria vita, aprirsi agli altri senza il terrore delle ritorsioni. Con la certezza che, per mettersi in salvo, da lì niente può essere salvato.

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop di Fannie Flagg
Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop è un piccolo capolavoro che molti lettori hanno scoperto e amato anche grazie all’omonimo fortunato film dei primi anni Novanta. Coniugando uno humour irresistibile alla rievocazione struggente di un mondo che non c’è più, Fannie Flagg racconta la storia del caffè aperto in un’isolata località dell’Alabama dalla singolare coppia formata da Ruth, dolce e riservata, e Idgie, temeraria e intraprendente. Un locale, il loro, che è punto di incontro per i tipi umani più diversi e improbabili: stravaganti sognatori, poetici banditi, vittime della Grande Depressione. La movimentata vicenda che coinvolge Ruth e Idgie, implicate loro malgrado in un omicidio, e la tenacia che dimostrano nello sconfiggere le avversità, donano a chiunque segua le loro avventure la fiducia e la forza necessarie per affrontare le difficoltà dell’esistenza.
