L’evoluzione della tasca: tra storia, stile e un iPhone che penzola

L’evoluzione della tasca: tra storia, stile e un iPhone che penzola

Camminate ciondolanti da una parte all’altra, svogliati, con le mani in tasca. Se fa freddo per ripararle dalle intemperie, se fa più caldo solo per darvi un tono. Tasche del cappotto, del bomber, del Barbour — lui ne ha addirittura due di diverse dimensioni tra cui scegliere — tasche dei jeans, dei pantaloni sartoriali, quelle “a filetto” laterali che si appoggiano sui vostri fianchi; tasche della felpa, quella lunga posta davanti sulla vostra pancia a mo’ di marsupio.

Nascondete lì dentro le mani perché non sapete dove metterle, per pigrizia o per comodità? Ma quando compaiono queste fessure foderate sui nostri abiti e a che scopo?

Nel XIII secolo la popolazione inizia a spostarsi in maggiore quantità dalle zone più rurali ai centri urbani, dove il rischio di essere rapinati era in aumento. Per questa ragione si cominciano a portare piccole borsette nascoste sotto altri indumenti dotati di piccole fessure, in modo da facilitarne l’accesso.

G.M Woodward

Nel Seicento le tasche iniziano a farsi largo tra gli abiti da uomo, cucite esternamente sui pantaloni e sui cappotti. Per le donne, invece, rimarranno — almeno ancora per un secolo — piccole e infrattate fra strati e strati di tessuto, utilizzate per trasportare piccoli oggetti come pettini o boccette di profumo. Erano considerate ninnoli di poco conto rispetto agli arnesi più indispensabili che gli uomini riponevano nelle loro tasche, quindi queste dovevano essere più grandi e capienti.

Nel Settecento le silhouette degli abiti femminili si stringono sempre di più e iniziano a spopolare, tra le mani delle donnine più altolocate, le vere e proprie borse. Con il passare dei secoli le tasche acquisiscono valore anche per la ricchezza degli oggetti riposti, come gli orologi da taschino sfoggiati dai signori delle classi più abbienti.

Lady's Country-Style Gown, 1780
Getty Images

Ma tutto questo non fu abbastanza. Una ricca e inutile borsetta damascata, ricamata da perline di mille colori, non risolse il problema. Si avviarono diverse lotte per abolire abiti costringenti come il corsetto e per poter indossare qualcosa che permettesse alle donne di muoversi più liberamente, anche semplicemente per andare in bicicletta. Le suffragette, nelle loro manifestazioni, iniziarono a utilizzare abiti pieni di tasche per sottolineare la differenza di potere fra uomini e donne.

Certo, questo non è bastato: i pregiudizi sono rimasti radicati nella nostra cultura, anche se con qualche conquista. La torre di Jenga (e no, non quella di Bottega Veneta da 5200 €) però è sempre vacillante: state attenti a non togliere il mattoncino sbagliato.

Ma tutta questa fatica fatta dalle nostre anticipatrici oggi dove ci ha portato? A volere una tasca-borsa ideata da Apple in collaborazione con Issey Miyake.

In linea - 3
iPhone Pocket di ISSEY MIYAKE

È una specie di tracolla caratterizzata dal classico “Pleats Please”, caposaldo della Maison, anche se qui direi piuttosto abbozzato, con un buchino dove far scivolare silenziosamente il proprio iPhone. Non metteteci dentro altro che non sia Apple, blasfemi!

È un tessuto a maglia lavorato in 3D composto da nylon (14%), poliestere (85%) e poliuretano (1%). È alto 1 cm, lungo 80 cm e largo 6,3 cm. Si può portare a tracolla, annodato alla borsa o direttamente al collo, praticamente a penzoloni come un campanaccio — però da 249,95 € e senza rumore.

C’è anche la versione corta, a 159,95 €, che purtroppo devi portare a mano o riporre nella borsa dove, ahimè, nessuno la vedrà. Mi spiace.

I colori sono vari per la versione corta: limone, mandarino, viola, rosa, pavone, blu zaffiro, cannella e nero. Per la versione lunga (già sold out): blu zaffiro, cannella e nero. Siamo pronti a vedere una macedonia di influencer percorrere le strade cittadine.

Apple Issey Miyake Phone Pocket
Pic by Anh Nguyen

Rimane indubbio che sia un bell’oggetto, dal design un po’ futurista, vivace e simpatico. Il fatto che sia realizzato da Issey Miyake, designer di riferimento di Steve Jobs, farà spuntare un sorriso ai devoti di Apple.

Il vostro iPhone sarà più al sicuro nella sua tasca sulla metropolitana? Spero di sì, per voi. Mi auguro solo che non vi stuferà come i Labubu che ora state cercando di vendere su Vinted a metà del prezzo di resell perché nessuno li vuole più.

Comunque non nego che quello marrone cannella, sui miei cappotti, starebbe divinamente.

Cover pic by Anh Nguyen