Laura Sciacovelli racconta Archivio F. – la femminilità che prende forma
Incontro Laura a Parigi in una bellissima domenica di ottobre. La raggiungo da Vie. Projects, spazio che ha scelto per presentare il suo nuovo libro Archivio F.
Perché hai deciso di presentare Archivio F. nello spazio Vie. Projects?
Volevo presentare il libro a Parigi e ho trovato in Vie. Projects uno spazio bellissimo anche per realizzare una mostra. Ho stampato alcune fotografie del libro ed esposte qui. Soprattutto, questa galleria ha una dimensione viva: è uno studio di architettura che si apre a eventi diversi ogni settimana, uno spazio multiculturale e multifunzionale.
Ho deciso di portare sia le Polaroid originali, sia le stampe che vedi incorniciate (mi indica delle opere, ndr). Queste ultime nascono da un mio lavoro artigianale: quando si apre una Polaroid, di solito si scarta una linguetta di carta che contiene la foto con sopra un’emulsione. Io recupero quella parte che normalmente si butta via e la trasformo in un negativo colore, che poi viene scansionato e riconvertito in positivo. Quello che vedi qui oggi sono principalmente negativi — anche nel libro. Mi affascina molto questo gioco tra positivo e negativo che nasce dal lavoro sulle Polaroid.

Perché hai intitolato il libro Archivio F.?
Archivio F. è un titolo che ho scelto ancora prima di comprenderne del tutto il significato: è stato quasi un’intuizione. Volevo realizzare un libro sulla mia idea di femminilità, cercando di definire il lavoro che avevo sviluppato insieme alla mia cara amica Lucia Pica, attorno ai fiori, al colore e alla forma. Lucia è presente in molte delle fotografie del libro.Sono così emerse tre parole chiave: forma, flora, femmina — una sorta di trait d’union sul concetto di femminilità.
Poi c’è un aspetto molto personale: circa un anno e mezzo fa è morta mia zia, che si chiamava Flora. Quando ho dato questo titolo al libro e ho visto che c’era anche un capitolo intitolato “Flora”, ho sentito che potesse diventare anche una dedica a lei. Da bambina mia zia mi ha sempre lasciato libera di esprimermi; forse se oggi faccio la fotografa è anche grazie a quella libertà che lei mi ha trasmesso.
Archivio F. nasce dal cuore. Tempo fa non avrei mai pensato di poter creare un libro di questo tipo: immagini delicate e al tempo stesso forti, a volte persino “imperfette” — non ritoccate, non definite, ma con tutti gli incidenti del processo Polaroid. È proprio da questa fragilità che traggo spunto per cercare di definire la dualità tipica del femminile, che oscilla tra forza e vulnerabilità. Mi rendo conto che la ricerca di questa definizone è una domanda che ritorna spesso nel mio lavoro.

Quando hai deciso di diventare fotografa?
L’ho capito molto presto, avevo forse dieci anni. Ho sempre voluto fare solo quello, e ho avuto la fortuna di poterlo fare. È stata una vera chiamata.
A diciott’anni, appena finite le scuole, sono partita da Bari per Parigi. Poi la vita mi ha portato a Londra, e più tardi sono tornata in Italia per diciotto anni — gli anni in cui ho cresciuto mio figlio. Da qualche tempo sono rientrata a Parigi, ma la Puglia resta nel mio cuore. Credo che chi, come noi, è cresciuto dentro quella potenza di luce, poi la cerchi sempre — nel lavoro, nei luoghi, nel modo stesso di vivere. Per me è diventata una necessità. Mi piace tornare giù a scattare: ho una casa in Salento e ci vado appena posso.
Quali saranno le prossime tappe per Archivio F.?
Mi piacerebbe presentarlo a Milano e poi a Bari — sentire un po’ di “calore di casa”. In questi giorni ho ricevuto tantissimi messaggi affettuosi dai miei amici di Bari sul libro, e questo mi ha commossa.

Quella stessa luce di cui parla Laura è la stessa che porto dentro di me e tengo stretta, stretta.
Laura Sciacovelli
Laura Sciacovelli è nata a Bari nel 1976. Vive e lavora tra la sua terra d’origine, la Puglia, e Parigi. Da oltre vent’anni ha costruito una carriera internazionale come fotografa di moda, collaborando con importanti brand e testate, senza mai abbandonare la propria ricerca artistica personale.
Ispirata dalla luce intensa e vibrante della sua terra, Sciacovelli è conosciuta per i suoi ritratti profondi e potenti della “donna iconica”. Con uno stile cinematografico, esplora lo spirito, la forza e la sensualità della bellezza femminile, reinterpretando i codici tradizionali della rappresentazione del femminile.
Utilizzando la Polaroid come mezzo privilegiato, abbraccia l’imprevedibilità e l’imperfezione come parte essenziale del processo creativo, lasciando che fragilità, caso e trasformazione diventino materia viva della sua fotografia.
Vie. Projects
Vie. Projects è uno spazio dedicato all’incontro tra arte, moda, architettura e design, situato nel cuore di Parigi. Lo studio-galleria, fondato da Michelle Lu (creatrice della piattaforma Semaine) e dall’architetto Julien De Smedt, si sviluppa su circa 320 m² divisi tra il civico 55 di boulevard Beaumarchais e il 66 di rue des Tournelles.
Vie. Projects ospita mostre, performance e collaborazioni interdisciplinari, promuovendo una visione fluida e contemporanea del dialogo tra le arti.



.jpg)
.jpg)
.jpg)
.jpg)
