Il meglio e il peggio della moda a Sanremo 2023

Il meglio e il peggio della moda a Sanremo 2023

Si è appena conclusa la 73esima edizione del Festival di Sanremo, un evento italianissimo che plasma la nostra identità nazionale quasi più di quanto riesca a fare l’Inno di Mameli. Con un pizzico di ironica blasfemia c’è chi la definisce la Settimana Santa: cinque giorni in cui la maggior parte degli italiani vivono in una sorta di limbo distopico in cui non si parla di altro se non di quello che succede in quelle quattro ore (nel migliore dei casi) che ci tengono incollati davanti alla tv ogni anno, in un loop che ha ormai abbondantemente superato mezzo secolo di storia.  Si tratta un po’ dei Grammy Awards della musica italiana, una manifestazione volta a celebrare i grandi che hanno fatto la storia della nostra canzone e i giovanissimi che si impegnano a raccoglierne l’eredità.

Ormai però, lo sappiamo tutti, la musica da sola non basta più per forgiare l’identità artistica di un cantante, per la quale invece concorrono una serie di variabili, tra le quali sembra acquisire sempre più rilevanza una chiara e definita direzione stilistica. I brand e gli stylist non si sono certo lasciati

sfuggire questa opportunità di mano, trasformandola in un’occasione avvincente per tutti e regalandoci dei momenti di pura moda in prima serata. Sinceramente? A noi non dispiace affatto che questo stia avvenendo. Lasciamo agli esperti la responsabilità di giudicare testi, melodie, composizioni, e prendiamoci, invece, la libertà di commentare insieme alcuni dei look portati sul palco dell’Ariston, tra aspettative deluse e sorprendenti rivelazioni.

Lo stile confuso di ANNA OXA

via @sanremorai/Instagram

Dopo quattordici apparizioni sul palco dell’Ariston, da ognuna della quali è emersa l’immagine di un’indiscussa regina di stile, camaleontica interprete dei suoi tempi e precorritrice di mode future, le aspettative sulla Oxa sono state decisamente deluse. Uno stile confuso, a metà tra lo sciatto e la reinterpretazione della strega cattiva dei cartoni animati, che ha fatto sicuramente parlare di sé, ma non nel modo in cui ci si sarebbe aspettato.

Un MARCO MENGONI inaspettato

via @mengonimarcoofficial/Instagram

Con il brano Due vite, Marco Mengoni è tornato a Sanremo dopo dieci anni, finendo in cima alla lista dei papabili vincitori ancor prima che il suo pezzo fosse reso di dominio pubblico.

Se per la serata cover ha indossato un completino sparkly argentato coerente con l’atmosfera ricreata sul palco, per le altre tre apparizioni Atelier Versace ha scelto dei pezzi d’archivio, scomodando dei look della collezione P/E 1993 della maison, in cui lo smanicato e il total leather l’hanno fatta da padrone. Ci aspettavamo di vederlo così? Assolutamente no. Ci è piaciuto? Stiamo ancora cercando di capirlo. In ogni caso, la sua bellezza fa sì che ogni errore gli venga perdonato.

Vamos a Bailar con PAOLA & CHIARA

via @paolaiezzireal e @chiaraiezzi_official/Instagram

A Dolce&Gabbana l’onore (o l’onere) di far rivivere la nostalgia anni ’90 di Paola&Chiara, che si sono ricongiunte artisticamente dopo dieci anni di inattività e hanno sfornato un tormentone che ci farà venire la nausea di qui ai prossimi mesi.

Il loro è stato un up and down continuo di look che non hanno seguito una narrazione coerente: prima e ultima serata glow alle stelle con look luminosissimi in pieno stile disco anni ’90, smentito nella terza serata con dei vestiti neri in pizzo, per poi tornare al Festivalbar durante la serata delle cover, in cui hanno (addirittura) indossa top bianchi con la scritta rispettivamente “Paola per sempre” e “Chiara per sempre”. Non le abbiamo capite.

ELODIE è (sempre) la regina indiscussa

via @theattico/Instagram

Inaspettata la scelta di indossare un brand diverso per ogni serata, che ha interrotto con po’ quel mecenatismo che lega gli artisti ai brand in un legame a filo doppio: Maison Valentino per l’esordio, a seguire The Attico, Gucci per la serata cover, chiudendo poi in Versace. Un minimo comune denominatore: il nero e le trasparenze. Elodie si è dimostrata per l’ennesima volta impeccabilmente giusta.

Perché nessuno parla di TANANAI?

via @tananaimusica/Instagram

Vero, la sua personalità colorita gli avrebbe sicuramente permesso di osare un po’ di più, ma sapete cosa? Ci è piaciuto lo stesso. Tananai durante quest’ultimo anno è cresciuto artisticamente e –si suppone– anche personalmente, quindi il suo stile ha dovuto inevitabilmente cavalcare l’onda di questo cambiamento. Poi, diciamocelo, Gucci rende giustizia solo a chi sa dargliela, e Tananai è tra questi. Il nostro look preferito è sicuramente stato quello impreziosito di cristalli durante la quarta serata, al quale va aggiunto un punto bonus per il match con Biagio Antonacci. Voto diesci.

La Gen Z colpisce ancora con ARIETE e gIANMARIA

via @iosonoariete/Instagram

La Gen Z è restia a deludere le nostre aspettative, sempre pronta a sorprenderci e a fare le scarpe ai colleghi veterani. Infatti, dopo un debutto un po’ sottotono, con una giacca oversize rossa abbinata a un pantalone nero, tutto rigorosamente in pelle, Ariete è tornata ad essere Ariete con dei completini giacca + pantalone firmati Marni, perfettamente coerenti con il suo personaggio. Il tuo ovviamente accompagnato dall’ immancabile cappellino.

gINMARIA, invece, ha scelto MSGM per portare sul palco uno stile minimal e classico, rivisitato però con la freschezza tipica della sua età, che lo  ha reso perfettamente a fuoco.

I COMA_COSE non sono mai scontati

via @sanremorai/Instagram

Niente di più azzeccato della scelta dei Coma_Cose di vestire Vivienne Vestwood, brand il linea con il loro stile sui generis: divertenti, colorati e un po’ disordinati. Potrà piacere o no, ma va premiata l’anticonvenzionalità dei look, che li ha preservati dal rischio di cadere nel banale, come invece è successo ad altri.

Il primato assoluto di Giorgio Armani

via @giorgioarmani/Instagram

Con tutto il dovuto rispetto, ma la metà di gente vestita Giorgio Armani e co sarebbe bastata. Dai discutibilissimi smanicati di Ultimo e Leo Gassman, passando per il gilet a rombi brillantinati di Kekko dei Modà e arrivando agli abiti di Francesca Fagnani e Paola Egonu, possiamo dire che la ridondanza non è stata neanche compensata dal (doveroso) colpo d’occhio. Unica promossa? Mara Sattei, quasi.

Bene ma non benissimo per LEVANTE

via @levanteofficial/Instagram

Buona la prima, meno le altre, in cui la cantautrice sembra quasi aver indossato una variazione dello stesso look per quattro sere di fila. Aspettative alte su di lei, considerando anche il promettente brand scelto per quest’ esperienza sanremese – Etro – ma un po’ (troppo) ripetitiva per i nostri gusti. Ci aspettavamo di meglio.

Ode a CHIARA FERRAGNI

via @chiaraferragni/Instagram

Ultima, ma non per importanza, la moda manifesto di Chiara Ferragni. Scegliendo due colossi del fashion system come Dior e Schiaparelli, la Ferragni non solo ha scelto di sfoggiare degli abiti mozzafiato – finalmente! – , ma anche di far parlare per lei la moda. Peccato che molti siano stati più preoccupati a fingersi sconvolti per la rappresentazione della nudità – con il vestito senza vergogna disegnato da Maria Grazia Chiuri e con quello della donna e madre guerriera ideato da Daniel Roseberry – e si siano soffermati troppo poco a pensare cosa realmente quei vestiti volessero trasmetterci. Comunque sia, Chiara, noi ti abbiamo amata!

via @chiaraferragni/Instagram

Dopo queste settimana nel metaverso sanremese, non ci resta che tornare alle nostre vite, ma attivando già il conto alla rovescia per il prossimo Festival, sperando possa essere ancora così pieno di moda: altrimenti di cosa parleremmo?